Ottimi i risultati dei quattro mesi della stagione turistica 2022 con crescita (+8%) di arrivi e presenze con 10,7 milioni di arrivi ed oltre 73 milioni di presenze la domanda supera i livelli del 2019.

Se la tendenza in atto si confermerà anche per settembre, quest’anno gli arrivi nei campeggi e villaggi turistici italiani raggiungeranno quota 10,7 milioni per un totale di 73 milioni di presenze ed una prevalenza degli ospiti stranieri pari al 57% del totale. Una rilevazione condotta tra le aziende del settore, ha infatti evidenziato che nei primi quattro mesi della stagione turistica 2022 le 2650 aziende del settore hanno registrato incrementi dell’8% di arrivi e del 7% di presenze rispetto alla stagione 2019, anno di riferimento precovid. Le performance rispetto al 2021 sono state sensibilmente più vistose, in media nell’ordine del 17% ma la scorsa stagione era stata ancora pesantemente condizionata dalla forte diminuzione di ospiti stranieri dovuta alle restrizioni anticovid. In particolare quest’anno è tornata massiccia la presenza di ospiti provenienti da Germania ed Austria che insieme alle provenienze da Danimarca, Olanda, Svizzera, Repubblica ceca e Polonia hanno rappresentato oltre il 75% di arrivi dall’estero. Il periodo di permanenza si è allungato passando dai 6,8 giorni del ’19 agli attuali circa 7. I fatturati sono cresciuti meno che proporzionalmente mentre i margini sono sensibilmente diminuiti a causa della crescita del costo energetico (+300% per il gas e fino a +400%per l’elettricità ). Questa situazione ha praticamente azzerato gli utili derivanti dagli incrementi della domanda e costringe le imprese a non pochi sacrifici per contenere l’impennata che tutti i costi dei beni e dei servizi offerti hanno subito. Si tratta di una contingenza che deve essere affrontata a livello nazionale al più presto perché in futuro rischia di condizionare pesantemente l’intero comparto insieme alla scarsità di manodopera che quest’anno ha raggiunto dimensioni critiche anche in relazione alla riforma naspi che ha sensibilmente impattato su un settore fortemente caratterizzato dalla stagionalità quale l’open air.